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    Il fattore "D" nel vino: le donne che lasciano il segno

    venerdì, 08 marzo 2024 Francesca Negri, venerdì, 08 marzo 2024 (0 minuti di lettura)

    Il vino è sempre più “donna”, lo sappiamo bene, sia in termini di produzione, sia di consumi. Per questo, in occasione della Giornata internazionale della donna vogliamo celebrare alcune delle numerose donne del vino con cui abbiamo il piacere di collaborare, raccontando le loro storie, intessute con passione e dedizione tra filari e barrique.

    Margherita Longo e la magia di Ustica

    Abbandonare la città per dedicarsi all'agricoltura e iniziare a produrre vino sulla magica isola di Ustica: è la storia di Margherita Longo, agronoma intraprendente che ha scelto di abbandonare la grande città per dedicarsi all'azienda di famiglia sull’isola a pochi chilometri da Palermo. Unica produttrice di vino di Ustica, Margherita ha ereditato la passione dal padre Nicola, che negli anni Ottanta ha fondato l’azienda agricola Hibiscus con l’obiettivo di dar voce a un territorio raro, esprimendone l’eccezionalità attraverso il vino.

    Margherita, insieme al marito Vito, ha raccolto il testimone paterno, lasciando il suo lavoro al Ministero dell’agricoltura a Roma per tornare a Ustica: «Ho sempre voluto dedicarmi a qualcosa di mio – racconta Margherita – perciò ho deciso di tornare e fare del mio fazzoletto di terra un'attività dove poter vivere insieme alla mia famiglia e poter insegnare ai miei figli ad apprezzare la natura, a rispettarla e ad amarla. Vivere su un’isola è una sfida ma anche un privilegio, come tutto ciò che è veramente interessante». Una “artigiana della terra”, fortemente legata alla tradizione, che con metodi biologici e poco invasivi produce vini di grande carattere e freschezza che rispecchiano la natura vulcanica dei suoli, la vicinanza al mare e la biodiversità di questo paesaggio unico.

    Marisa Cuomo, storie di coraggio e amore

    Una donna che con coraggio e determinazione ha trasformato i sogni in realtà, dando vita a una delle cantine più rinomate della Costa d’Amalfi: stiamo parlando di Marisa Cuomo.

    Undicesima di tredici figli, inizia la sua carriera a 12 anni come sarta in una maglieria locale, ma il suo destino conosce una svolta inaspettata quando il marito, come dono di nozze, nel 1980, fonda una cantina dedicata e intitolata a lei. Da quel momento, il nome di Marisa Cuomo diventa sinonimo di eccellenza nel mondo enologico, grazie al successo dei suoi vini, con il Fiorduva in cima alla lista delle sue nove etichette.

    Simbolo della Costiera Amalfitana, la cantina Marisa Cuomo celebra la bellezza e la grandezza di questo territorio attraverso le sue bottiglie. Con uno sguardo al futuro e uno attento alle tradizioni del passato, Marisa continua a produrre vini che catturano l'essenza unica della sua regione. Premiata con l'Oscar del vino, è una presenza costante in azienda; il suo impegno instancabile e il suo talento innato hanno portato la cantina a un fatturato di 4,3 milioni di euro all'anno, grazie al lavoro instancabile dei suoi "contadini volanti e spericolati" che si arrampicano tra le curve e gli strapiombi dei 40 ettari di vigneti e imprese agricole della zona.

    Francesca Curto e l'eredità vitivinicola della famiglia

    La famiglia Curto si dedica alla coltivazione della vite fin dal lontano 1670 nel territorio di Ispica, nel suggestivo sud-est della Sicilia, abbracciando le province di Ragusa e Siracusa. Un’eredità importante oggi raccolta da Francesca Curto, che guida l’azienda, seguendo le orme del padre che le ha trasmesso l’amore per la campagna, il rispetto per i suoi prodotti e la passione smisurata per i grandi vini.

    Un amore che l’ha portata a lasciare gli studi in Giurisprudenza per seguire il richiamo del Nero d’Avola e formarsi in Francia, nella regione di Bordeaux dove ha svolto stage presso alcune delle più celebri proprietà vitivinicole.

    Determinata nel condurre l’azienda, Francesca Curto affronta con coraggio le sfide attuali del cambiamento climatico, grazie anche a una visione estremamente contemporanea che la porta a gestire i vigneti e le risorse idriche secondo i principi della viticoltura sostenibile, con un occhio sempre attento all'eleganza e all'autenticità del Nero d’Avola in tutte le sue espressioni. Guidata dalla passione per il suo territorio e la sua eredità, Francesca si fa custode di una tradizione millenaria, pronta a farla evolvere verso il futuro.

    Francesca Bonzano e la salvaguardia del Monferrato

    Quando da bambina fantasticava sugli abitanti del Castello di Uviglie, antica roccaforte del XIV di Rosignano Monferrato (AL), Francesca Bonzano non immaginava che un giorno lei stessa avrebbe varcato quelle mura come imprenditrice. La sua famiglia nel 2020 ha infatti acquistato l’antica azienda vinicola, la cui prima vite fu piantata nel 1491, facendo propria una tradizione che vanta sei secoli di storia e facendo convogliare, nel medesimo luogo, l’attitudine vitivinicola delle colline del Monferrato e un sogno condiviso da più generazioni. Una realtà produttiva dinamica che opera all’insegna di una promessa: vedere il Monferrato tra i territori prestigiosi del Piemonte, salvaguardandone i vitigni autoctoni (Barbera, Albarossa e Grignolino) e affiancandoli a una sperimentazione d’eccellenza, lo Spumante Metodo Classico. Un progetto che vede in prima linea anche Francesca, che nel 2020 a causa del Covid decide di lasciare il suo lavoro a New York, presso un’importante agenzia di comunicazione del ramo wine, per tornare in Italia e occuparsi del marketing e dello sviluppo dell’azienda di famiglia.

    Giulia Di Cosimo, passione e spirito imprenditoriale

    Produttrice e vicepresidente del Consorzio Vini di Orvieto, Giulia Di Cosimo è alla guida di Argillae, cantina situata a 20 km a nord di Orvieto. Dopo la laurea in Economia Aziendale e Management all’università Bocconi di Milano e un master, Giulia decide di trasferirsi in Umbria per dare un nuovo impulso all’azienda fondata dal nonno. L’obiettivo ambizioso è quello di fare di Argillae un punto di riferimento nel panorama enologico umbro puntando su qualità, unicità e sostenibilità. «L’argilla, che è la principale componente dei nostri terreni e ci identifica – racconta Giulia Di Cosimo – nutre le viti, donando la forza necessaria per produrre le uve di cui, una volta raccolte e rese mosto, sotto forma di anfora diventa contenitore e custode. Il cerchio, dunque, si chiude: tutto parte dalla terra e ad essa ritorna».

    Produttrice giovane ma dalle idee molto chiare che sta dando nuovo impulso al territorio, Giulia guida una tenuta di 120 ettari caratterizzati da vigneti, uliveti e boschi, per la salvaguardia della biodiversità, elemento fondamentale della filosofia di Argillae.

    Giovanna Neri e la figlia Diletta, un Brunello tutto al femminile

    Forte e determinata, Giovanna Neri guida la cantina Col Di Lamo nella suggestiva cornice tra Montalcino e le colline della Val d’Orcia, lasciando un segno indelebile nel panorama vinicolo toscano.

    L'eredità familiare è stata un punto di partenza, ma anche di confronto per Giovanna: nonostante la sua grande passione per il vino, la tradizione favoriva sempre i figli maschi. Con determinazione e coraggio, ha deciso di cedere la sua quota della cantina di famiglia per avviare la propria azienda agricola.

    Un gesto che ha segnato l'inizio di una nuova avventura, che ha portato Col Di Lamo a essere oggi riconosciuta a livello internazionale per la qualità dei suoi Brunello, frutto della dedizione e dell'esperienza di Giovanna. Situata in un anfiteatro naturale esposto sulla valle dell’Asso, la cantina segue una conduzione a regime biologico certificato, confermando l'attenzione e il rispetto per l'ambiente e il territorio.

    Ad affiancarla nella sua impresa c’è la figlia Diletta, che porta un nuovo slancio e una fresca prospettiva alla gestione dell'azienda. Insieme, madre e figlia condividono un entusiasmo contagioso, unito a un impegno costante e a una profonda dedizione al lavoro in vigna e in cantina. Il risultato è una produzione di vini autentici ed esclusivi, che portano con sé l'inconfondibile tocco femminile delle due donne.

    Daniela Pinna, la donna del vino sardo

    Nel cuore della Sardegna, tra i venti del mare e il granito della Gallura, Daniela Pinna, agronoma e Donna del vino, porta avanti con passione e dedizione l'eredità familiare presso Tenute Ólbios. Ólbios è il nome che gli antichi Greci diedero a questa terra e riflette il profondo legame di Daniela con il suo territorio e con il Vermentino, vitigno coltivato dalla sua famiglia da tre generazioni.

    In qualità di presidente del Consorzio di Tutela del Vermentino di Gallura DOCG, Daniela si impegna a tutelare e valorizzare il patrimonio enologico della sua terra, mentre guida Tenute Ólbios con una visione chiara che mira a produrre vini distintivi e rappresentativi della Sardegna, puntando sull'ecosostenibilità e sulla valorizzazione delle varietà autoctone.

    Daniela cura personalmente le vigne, rinnovando parte dei vigneti e valorizzando quelli più antichi, seguendo principi di coltivazione naturale che rispettano l'ambiente e preservano la biodiversità. L'obiettivo è una vinificazione pura, che trasmetta il legame profondo con la terra d'origine e che permetta al Vermentino di esprimere al meglio le sue caratteristiche, figlie del mare, del granito e del vento della Gallura. Una Donna del vino che, con la sua determinazione e la sua competenza enologica, porta lustro e visibilità alla sua amata terra.

    Erika e Giulia Pedrini, le sorelle di Pravis

    «Erika e io siamo nate in azienda, iniziando con piccoli ruoli e poi è maturato l’interesse: ora rivestiamo incarichi che ci impegnano, ma che ci danno soddisfazione. Mio padre è stato bravo perché ci ha sempre lasciato libere all’interno dell’azienda di scegliere cosa fare, l’importante era che ci rendesse felici di farlo». Racconta così Giulia Pedrini il suo ingresso e quello della sorella nell’impresa di famiglia, l’Azienda agricola Pravis di Lasino, fondata nel 1974 dal padre Domenico insieme ai soci Gianni Chistè e Mario Zambarda nella trentina Valle dei Laghi.

    Erika, enologa della cantina, si è formata all’Istituto agrario di San Michele all’Adige prima di laurearsi in Viticoltura ed Enologia fra Trento e Wiesbaden, in Germania, alla Hochschule Geisenheim University. Dinamica e curiosa di scoprire il mondo, Erika matura diverse esperienze in Europa da Jan Luc Maldant, piccola cantina di Chorey-les-Beaune, nella Cote d’or e poi da Albrecht Kiessling ad Heilbronn, in Germania, prima di tornare nella sua terra natale per prendersi cura dei vigneti di famiglia accanto alla sorella Giulia.

    Anche Giulia, come la sorella, ha studiato viticoltura ed enologia presso l’Istituto agrario per poi specializzarsi presso il Wine and Spirit Education Trust WSET a Londra, dove vive per un anno, e conseguire la laurea in Economia e Gestione Aziendale presso l’Università di Trento. Dal è responsabile produzione e commerciale della cantina di famiglia.

    Due sorelle unite non solo dall’amore fraterno ma anche da quello per la viticoltura e l’enologia, che le ha portate a far propria la visione dei fondatori di Pravis e la loro concezione del vino sospesa tra passato, presente e futuro: legata alle radici contadine trentine, l’azienda affianca alla produzione di varietà autoctone quella di una selezione di varietà internazionali, anticipando il futuro piantando, tra i primi in Italia, varietà a impatto zero PIWI.

    Diletta Tonello, vulcanica presidentessa del vino

    Classe 1991, Diletta Tonello è la giovane vignaiola alla guida dell’omonima cantina di famiglia situata nel cuore dei Monti Lessini, tra Vicenza e Verona. Dinamica e intraprendente, Diletta incarna la passione e l'energia necessarie per portare avanti con successo l'eredità familiare, imponendosi con maestria nel mondo del vino.

    La cantina, situata su suoli di origine vulcanica, è un luogo dove la tradizione vitivinicola si fonde con la modernità, grazie alla visione innovativa di Diletta che lavora le vigne mettendo in risalto le caratteristiche uniche del territorio dei Monti Lessini.

    La passione di Diletta per il suo amato territorio va oltre la produzione vinicola: dopo due mandati come vicepresidente, ha assunto il ruolo di presidente del Consorzio di Tutela Vini del Lessini Durello, diventando così la prima donna a ricoprire questa carica all'interno del consorzio.

    Cresciuta tra le vigne e formata all'agricoltura, Diletta ha approfondito i suoi studi in enologia a Padova, per poi arricchire la sua esperienza con stagioni di vendemmia in diverse regioni italiane. Il suo ritorno in cantina nel 2013, questa volta nel ruolo di enologa, ha segnato l'inizio di una nuova fase di crescita e innovazione per la Cantina Tonello.

    In azienda non è solo lei a rappresentare la femminilità nel vino, ma anche i suoi vini che portano ciascuno il nome di donne della mitologia greca, riflettendo l'essenza e la personalità di ciascuna varietà. Con una visione moderna e audace, Diletta continua a lasciare il suo segno nel mondo del vino, valorizzando il territorio dei Monti Lessini e dando vita a vini unici e affascinanti.

    Virginie Taittinger, la Signora della Champagne

    Nel mondo dello champagne, poche figure brillano con la stessa luminosità di Virginie Taittinger. Figlia di Claude Taittinger, presidente della Maison Taittinger per ben 46 anni, e della proprietaria della casa spumantistica Piper-Heidsieck, Catherine de Suarez d’Aulan, Virginie è destinata sin dalla nascita a incarnare l'eleganza e l'eccellenza del mondo dello champagne.

    Dopo più di due decenni di lavoro a fianco del padre, da cui ha imparato e ha assorbito ogni sfumatura della produzione, della lavorazione e della commercializzazione dello Champagne, nel 2006, Virginie fa una scelta audace: lascia la Maison di famiglia per intraprendere un percorso tutto suo, creando il marchio Virginie T. Dimostra così che la passione e il talento nel mondo del vino non conoscono limiti di genere. Nonostante il suo cognome altisonante, Virginie sceglie di non sfruttarlo per la sua attività indipendente, creando una maison a Sillery, ai piedi della Montagne de Reims. Qui, nel cuore di uno dei più prestigiosi vigneti della Champagne, lavora con dedizione e passione per creare etichette che incantano e seducono i palati di tutto il mondo.

    Virginie Taittinger è molto più di una semplice erede: è la Signora della Champagne, una figura iconica che continua a stupire e a deliziare con la sua straordinaria creatività e la sua innata capacità di produrre Champagne di classe mondiale.

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