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    Vini di Pasqua 2024 : i nostri consigli per i brindisi

    venerdì, 15 marzo 2024 Giulia Santoro, venerdì, 15 marzo 2024 (0 minuti di lettura)

    Torta al formaggio, torta pasqualina, casatiello: questi sono solo alcuni dei piatti simbolo delle festività pasquali, perché sono davvero tante e diverse le ricette tipiche da Nord a Sud Italia, molte delle quali a base di agnello, simbolo della Pasqua, e uova, che rappresentano la nuova vita, la Resurrezione. Tante le ricette, tanti i vini che si possono abbinare: Proposta Vini ne ha scelti un paio dal suo catalogo composto da oltre 400 cantine e più di 3mila etichette.

    Brut Nature Capitulum LVI M.C. – Abbazia di Praglia

    Per accompagnare fritture, antipasti e primi piatti leggeri soprattutto a base di pesce, proponiamo il Brut Nature Capitulum di Abbazia di Praglia, un Metodo Classico prodotto dai monaci benedettini dell’omonima abbazia situata sui Colli Euganei. Ottenuta da uve Garganega, Chardonnay e Raboso Piave in egual misura, il Brut Nature Capitulum affina sui lieviti 34 mesi e si caratterizza per il suo colore giallo paglierino e un perlage fine e persistente. Uno spumante che al naso si rivela intenso e fragrante, con un bouquet di sentori in cui dominano anice e liquirizia, mentre in bocca è secco, morbido e fresco, con un gusto sapido ed equilibrato.

    Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Lavaflava – Bosco de' Meidici

    Nei vigneti che si arrampicano lungo il Vesuvio, dove gli acini brillano al sole tingendosi di un colore giallo dorato che gli antichi romani definivano “flavus” nasce Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Lavaflava di Bosco De’ Medici. Un vino nobile, dal sapore unico, le cui origini sono antichissime: si narra infatti che Dio, ritrovando nel Golfo di Napoli un lembo di cielo sottratto da Lucifero, pianse e laddove caddero le sue lacrime nacque la vite del Lacryma Christi.

    Ottenuto da uve Caprettone (85%) e Falanghina (15%) da vigne a piede franco, raccolte e selezionate a mano, questo bianco matura 8 mesi sulle fecce fini in acciaio inox ed è l’abbinamento ideale per aperitivi o primi piatti con crostacei o frutti di mare grazie alle sue note acerbe di frutta a polpa bianca, fiori freschi e sentori pirici. In bocca si contraddistingue per un’importante spinta acido-sapida e una vibrante freschezza minerale.

    Lessona Omaggio a Quintino Sella – Tenute Sella

    Con arrosti, carni rosse e formaggi stagionati vi suggeriamo un rosso piemontese deciso e corposo, il Lessona Omaggio a Quitino Sella di Tenute Sella. Disponibile in tiratura limitata (solo 1.500 bottiglie prodotte nelle annate migliori), questo rosso rappresenta il fiore all’occhiello della cantina biellese, che vanta una lunga tradizione vitivinicola: nel 1671 Comino Sella acquisisce una vigna in alto Piemonte, a Lessona un piccolo territorio vinicolo già allora dedito alla produzione di vini rossi di pregio, frutto di nobili terre e sabbie di un antico mare.

    L’etichetta dedicata a Quintino Sella, ministro delle finanze del Regno d’Italia, incarna il gusto, la qualità e la raffinata eleganza che caratterizzano la cantina della famiglia Sella. Ottenuto da Nebbiolo (85%) e Vespolina (15%), affina 48 mesi in botti di rovere e si presenta con un colore granato luminoso, mentre all’olfatto esprime dapprima sentori minerali per poi aprirsi a note floreali, frutti a bacca rossa, radici di liquirizia e spezie. Al palato si rivela deciso, corposo, avvolgente e ben strutturato, con tannini setosi e un finale balsamico.

    Brunello di Montalcino – Palazzo

    Per chi ama le carni alla griglia e la selvaggina, ecco un rosso nobile e ben strutturato, il Brunello di Montalcino dell’azienda agricola Palazzo della famiglia Loia-Palazzo. Appartenente a Cosimo Loia dal 1983, Palazzo rappresenta una realtà intrisa di storia e tradizioni, situata sul versante sud-est di Montalcino. Il Brunello Palazzo è ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve Sangiovese Grosso,

    raccolte a mano dai quattro ettari vitati esposti al sole dall’alba al tramonto e ben protetti dai venti più freddi. Segue l’affinamento in botti di rovere per 36 mesi, a cui segue un ulteriore periodo in bottiglia di 8 mesi. Dal colore rosso rubino intenso con riflessi granati, stupisce al naso con le sue lunghe note balsamiche e floreali accompagnate da importanti sentori di pepe nero, di ribes e piccoli frutti di bosco. Il sorso è avvolgente, delicato e molto ben bilanciato tra tannini morbidi e vellutati, note sapide e minerali e una lunga persistenza.

    Vino Santo Nobles - Francesco Poli

    Un passito raro e particolare, che nasce da uve Nosiola (unico vitigno storico autoctono a bacca bianca del Trentino) coltivate in agricoltura biologica sopra il lago di S. Massenza: ecco il Vino Santo Trentino Nobles della cantina Francesco Poli. Le uve selezionate vengono fatte appassire su graticci (le tipiche aréle) dove rimangono per più di 5 mesi, periodo durante il quale, grazie all’azione dell’Ora del Garda, il vento tipico del lago, si sviluppa negli acini la muffa nobile “botrhytis cinerea”, che dona al vino caratteristiche inconfondibili. Questo processo terminerà dopo circa 6 mesi con la pigiatura, che avviene proprio nella Settimana Santa, a cui segue la fermentazione in piccole botti di rovere che procede molto lentamente e dura almeno sei, otto anni.

    Un vino straordinario e unico, con il suo colore giallo ambrato e i suoi profumi intensi e ampi di acacia, prugna, albicocca secca e uva sultanina che si sprigionano anche al palato dove risulta particolarmente dolce, ma non stucchevole, con un equilibrata gamma di sensazioni che si concludono con una nota vellutata, di lunga persistenza.

    Un vino che rappresenta l’abbinamento perfetto per molte tipologie di dolci ma anche con formaggi e foie gras.

    I Racconti Più Recenti

    • Sono una ventina i tipi di vini che si producono nelle Marche, tra denominazioni Doc e Docg e costituiscono un’ampia scelta per celebrare ogni piatto con un assoluto equilibrio di sapori.
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    • Principe dei vitigni piemontesi, il Nebbiolo lega il suo nome alla nebbia, secondo alcuni per la presenza di pruina sui suoi acini e secondo altri perché la maturazione tardiva dell’uva sposta la vendemmia nel periodo delle prime nebbie autunnali.
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